domenica 19 dicembre 2021

tg3 l'altro tg - 17 dicembre 2021



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giovedรฌ 19 agosto 2021

CENA SPETTACOLO BENEFIT - DOMENICA 29 Agosto a Osimo in Via Vescovara 7B - Barigno Street Bar dalle ore 19:30


Care/i compagne/i

DOMENICA 29 Agosto a Osimo in Via Vescovara 7B - Barigno Street Bar dalle ore 19:30

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PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA, AFFRETTATEVI, POSTI LIMITATI!!

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Vi aspettiamo numerosi.

Barigno Street Bar

Quelli Della Gang

Italia-Cuba Senigallia Leggi tutto...

mercoledรฌ 28 luglio 2021

Ancona sabato 31 luglio ore 17 - Piazza della Repubblica lato Palazzo RAI

Care/i Compagne/i,

il circolo di Senigallia dell’Associazione Amicizia Italia-Cuba vi invita a partecipare ad un sit-in ad Ancona Sabato prossimo 31 luglio ore 17 in Piazza della Repubblica lato Palazzo RAI  per esprimere con forza la nostra solidarietร  a Cuba contro il blocco Usa , contro le ingerenze esterne nella politica dell’isola e contro la campagna mediatica dei mass media italiani tesa a stravolgere la realtร  nel Paese.

Vi aspettiamo numerosi, giรน le mani da Cuba socialista!

Italia-Cuba Senigallia

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giovedรฌ 15 luglio 2021

Ora basta. di Gianni Minร 

Buona lettura. Italia-Cuba Senigallia.

Sessant’anni e 12 presidenti fa, scattava l’embargo nordamericano a Cuba. Obama, nel dicembre 2014, dichiarรฒ: “Abbiamo fallito, non abbiamo piegato Cuba. E’ ora di cambiare”.

I cubani avevano dimostrato, in tutti questi anni, dopo aggressioni subite, contrarietร  e sacrifici, di voler rimanere fedeli ai loro ideali di indipendenza e giustizia sociale, secondo un modello economico socialista. Cuba non solo non รจ collassata, ma ha dimostrato come l’embargo economico a un popolo รจ una delle forme di pressione “diplomatica” tra le piรน crudeli mai conosciute.

Cuba รจ sopravvissuta sia al fallimento del socialismo reale, sia a quello del neoliberismo reale, le cui storture, la miseria, la violenza sono state risparmiate a questo popolo, nonostante le difficoltร  oggettive di chi vive sempre piรน asserragliato e praticamente alla fame.

I cubani in tutto questo tempo hanno  dimostrato che non hanno vissuto in un “gulag tropicale” come i media hanno sempre voluto descrivere questa piccola isola in maniera capziosa: non si sopravvive alla crudezza del periodo speciale, con turisti che vanno e vengono, senza un consenso di massa che non รจ basato sulla repressione.

Nรฉ gli Usa hanno mai voluto riconoscere la Rivoluzione e il suo corso storico.

La diplomazia nordamericana รจ costruita anche di termini usati come bastoni: per loro dittatura รจ tutto ciรฒ che รจ diverso dalla loro ideologia neoliberale, il concetto guevariano dell’hombre nuevo, dell’uomo al centro, una forma diversa dello Stato e soprattutto il concetto di democrazia e di autodeterminazione sono quasi spazzate via dall’odio verso tutto ciรฒ che “puzza” di comunismo.

Gli Stati Uniti hanno sempre tentato di gettare fango sulla reputazione di questa piccola Isola che non ha nessuna ricchezza, nรฉ materie prime su cui fare affidamento, ma solo la potenza della propria cultura e delle proprie idee: un prestigio “morale” che tutte le nazioni povere, tutti i popoli del Terzo Mondo riconoscono a Cuba.

Nel 1998, grazie anche all’aiuto di un terzo attore, il Vaticano, Karol Wojtyla aveva aperto Cuba al mondo (“e il mondo si apra a Cuba” come disse papa Giovanni Paolo II in un suo discorso storico), Joseph Ratzinger aveva messo fine al conflitto tra Santa Sede e Cuba e ultimamente Papa Francesco (che, con la confidenza di un amico, aveva chiesto a  un Fidel anziano, di pregare per lui) aveva dato una spinta potente per farci tutti sperare, finalmente, in un miglioramento delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti, con il Presidente Obama che aveva deciso di ripristinare le relazioni diplomatiche interrotte dal ’61.

Ma se Obama aveva teso una mano a Cuba, Trump prima e Biden ora, hanno usato e usano la loro politica destabilizzante per strangolare definitamente questa piccola nazione. Obama all’epoca aveva comunque chiarito che non si stavano cambiando gli obiettivi che regolano la politica estera nordamericana, basata sul suo modello di democrazia, ideale per il mondo intero e fondata sulla ideologia neoliberista. Semplicemente confermava “un cambiamento di metodo nell’approccio”. Oggi sta davanti agli occhi di tutti il metodo degli ultimi due presidenti: l’aggravamento del blocco economico e l’incitamento ai disordini tramite i social network.

Se Obama, nel discorso sullo Stato dell’Unione, affermava l’esigenza di “mettere fine a una strategia che doveva terminare da tempo” chiedendo “la fine di mezzo secolo di politica fallimentare nei riguardi del cortile di casa” oggi, in tempo di pandemia che ha messo in ginocchio tutto il mondo, Trump ha inserito circa 240 restrizioni in piรน su quella che รจ la legge piรน iniqua, dopo la Legge Torricelli, la Legge Helms-Barton.

 

Nel 1992 Bush padre, con la Legge Torricelli, non solo aveva inasprito il blocco economico dando vita a uno dei periodi piรน bui di Cuba, il “periodo speciale”, ma per la prima volta aveva violato il diritto internazionale. Ogni legge promulgata in qualsiasi paese, infatti, non puรฒ essere applicata fuori dai propri confini; la legge Torricelli invece รจ estesa a tutti i paesi del mondo, per cui, ad esempio, se una qualsiasi nave entra nei porti cubani, รจ vietato entrare negli Stati Uniti nei 6 mesi successivi. In questo modo le compagnie di navigazione preferiscono non commerciare con Cuba e Cuba, che รจ un’isola, deve pagare a caro prezzo far consegnare le merci sulla sua terra. Questa legge prevede sanzioni anche verso chi fornisce assistenza ai cubani: se un paese dร  100 milioni a Cuba, gli Usa riducono di 100 milioni gli eventuali aiuti a questo paese[1].

Nel 1996 Clinton adottรฒ la Legge Helms-Burton che oltre ad essere extraterritoriale รจ pure retroattiva. Anche questo รจ vietato dal diritto internazionale.

Nel 2004 il sadico Bush figlio, con la sua “Commissione assistenza per una Cuba Libera” aveva imposto ai cittadini cubani residenti negli Usa il rimpatrio solo per 2 settimane ogni 3 anni, provando perรฒ che fosse un parente stretto di una famiglia residente a Cuba. Aveva ridotto a 100 dollari la rimessa mensile; se perรฒ i parenti erano iscritti al partito comunista, l’importo si riduceva a zero.

Nel 2006, poi, le restrizioni si erano aggravate, le aziende dovevano scegliere: o si commercia con Cuba o con gli Stati Uniti. Per commerciare con gli Stati Uniti bisognava (e bisogna) dimostrare che i prodotti venduti non contengano nulla di origine cubana; addirittura, il consumo di prodotti cubani per i cittadini statunitensi fa rischiare loro sanzioni e/o 10 anni di galera.

Oggi le 240 misure contro Cuba imposte dall’amministrazione Trump pesano come una pietra tombale ed hanno l’unico obiettivo di strozzare economicamente il Paese, sovvertire l’ordine interno, creare una situazione di ingovernabilitร  e rovesciare la Rivoluzione.

Parte di queste sanzioni riguardano il Titolo III della Legge Helms-Burton che permette ai cittadini americani, o cubani divenuti poi americani, di fare causa a compagnie accusate di «trafficare» con le proprietร  confiscate dal governo cubano. La decisione di consentire azioni legali nei tribunali statunitensi ha un impatto negativo sulle prospettive di attrazione di investimenti esteri, che si aggiunge agli ostacoli giร  esistenti a causa del quadro normativo del blocco. Finora ci sono 28 procedimenti legali avviati nei tribunali statunitensi. Il collega Da Rin sul Sole 24 Ore  elenca alcuni casi paradossali. [2]

Riguardo ai viaggi, la creazione dell’elenco degli alloggi vietati a Cuba, che comprende 422 hotel e case in affitto, ha scoraggiato i turisti. Sono stati anche cancellati i voli regolari e charter per l’intero Paese, ad eccezione dell’Avana, le cui frequenze sono state anch’esse limitate. In questi 240 “aggiustamenti” รจ compresa la decisione di limitare l’importo delle rimesse a mille dollari al trimestre, la sospensione delle rimesse non familiari e il divieto di inviare denaro da paesi terzi attraverso Western Union, hanno imposto ulteriori limitazioni al reddito di molti cubani.  Ed anche la creazione da parte del Dipartimento di Stato dell’”Elenco delle entitร  soggette a restrizioni cubane”, con la quale alle persone soggette alla giurisdizione statunitense รจ vietato condurre transazioni finanziarie dirette. Le societร  incluse nell’elenco sono 231. In questo settore, รจ sorta la decisione di non rinnovare la licenza di attivitร  a Cuba della compagnia alberghiera Marriott International, al fine di seminare un clima di incertezza nella comunitร  imprenditoriale.Durante l’amministrazione Trump ha avuto luogo una meticolosa persecuzione delle operazioni bancarie-finanziarie di Cuba e un notevole aumento delle segnalazioni di chiusura di conti bancari, negazione delle transazioni e altri ostacoli incontrati dalle rappresentanze diplomatiche e commerciali all’estero.Parallelamente alla strategia contro il Venezuela e con il pretesto della presunta ingerenza di Cuba in quel paese, sono state adottate misure contro navi, compagnie di navigazione, compagnie di assicurazione e riassicurazione legate al trasporto di carburanti. Solo nel 2019 sono state penalizzate 53 navi e 27 compagnie. Notevoli anche le pressioni contro i governi che registrano o segnalano le navi. Infine, l’11 gennaio di quest’anno Cuba รจ stata inserita nell’elenco degli Stati che sponsorizzano il terrorismo; tre giorni dopo figura nell’elenco degli Avversari Esteri del Dipartimento del Commercio, in virtรน di un ordine esecutivo firmato da Trump.Per quanto riguarda la sanitร , gli Stati Uniti hanno spinto per la fine degli accordi con diversi paesi e hanno aumentato la pressione sulle organizzazioni multilaterali. Questa politica iper-aggressiva si traduce nell’assurda situazione in cui questa Isola dei Caraibi ha creato piรน di un vaccino contro il Covid, ma non puรฒ vaccinare la popolazione perchรฉ non ha le siringhe necessarie (o, ad esempio, gli elettrodi pregellati o i cateteri cardiaci pediatrici o il banale gel per le ecografie)  perchรฉ non c’รจ nessuna azienda disposta a rischiare uno stop commerciale di sei mesi per venderle a Cuba. Noi italiani, i medici cubani della brigata Henry Reeve (voluta da Fidel Castro nel 2005 per le emergenze e le epidemie, soprattutto di ebola, in Africa) nel momento piรน tragico della pandemia li abbiamo conosciuti: sono venuti a Crema, ad aiutare nell’ospedale da campo e se ne sono andati a epidemia rientrata. Ma il contrasto tra la storica narrazione su Cuba e l’umanitร  di queste persone che hanno aderito alla nostra richiesta di aiuto in un momento terribile per il nostro Paese, รจ stato troppo scandaloso per alcuni: ultimamente alcuni dei nostri media mainstream hanno sporcato di fango anche loro, scambiando il lavoro solidale come una forma di schiavitรน, sostenendo che sono stati obbligati dal regime cubano a lavorare gratis o sottopagati.  Sto aspettando con ansia la ribellione di tutti i volontari e operatori di pace che, per un proprio ideale religioso o politico, portano avanti un progetto di vita solidale.

Eppure, il Parlamento Europeo, stritolato da tempo tra gli interessi Usa e il nuovo, rampante capitalismo cinese, ha pensato bene di approvare un progetto di risoluzione intitolato “Sui diritti umani e la situazione politica a Cuba” che indica anche questo aspetto sul lavoro dei medici cubani, presentato da Vox (Spagna), Fratelli d’Italia e HSP-AS (Croazia), dal gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, dal PiS polacco, dal Partito Popolare spagnolo (PP), dall’alleanza liberale Renew Europe, a cui appartiene anche la FDP tedesca e dall’Osservatorio cubano dei diritti umani, una delle tante organizzazioni controrivoluzionarie finanziate dai contribuenti statunitensi. L’Osservatorio cubano dei diritti umani, infatti, ha ricevuto dalla NED (National Endowment for Democracy) nel 2017 piรน di 120mila dollari per le sue azioni sovversive contro il governo cubano.

Ultimamente, nel panorama internazionale, stiamo assistendo all’aumento di una certa confusione informativa proveniente da realtร  non governative. Nella rivista “Latinoamerica e tutti i Sud del mondo” di cui sono stato direttore ed editore dal 2000 al 2015, avevo spiegato con molta preoccupazione il caso di Reporter sains frontieres nei confronti di Cuba, il cui direttore, Robert Menard, nel 2008, si dimise per andare nelle fila del Front National di Le Pen.

La risoluzione, poi,  รจ passata con 386 voti a favore, 236 contrari e 59 astensioni. Non รจ stata quindi causale questa votazione, ma una precisa posizione politica, avvallata anche dall’Italia, con la votazione contraria, il 26 marzo scorso, assieme ad altri 14 paesi, contro la risoluzione presentata al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite sulle “ripercussioni negative delle sanzioni economiche nel godimento dei diritti umani che esorta gli Stati ad eliminare, interrompere l’adozione, il mantenimento o l’applicazione di sanzioni verso altri paesi”. Il blocco economico, perรฒ, รจ una sanzione applicata dagli Stati Uniti contro Cuba; votando contro la sospensione delle sanzioni la Comunitร  Europea conferma la necessitร  del blocco quale forma di pressione verso il governo cubano.

Super efficienti quindi per quanto riguarda la situazione “dei diritti umani a Cuba”, ma sordi e duri di cuore ai continui richiami del nostro Paese e di ong sui diritti umani calpestati  dei migranti che solcano il Mediterraneo per avere una speranza di vita, in balia di scafisti senza scrupoli e trovando spesso la morte ad accoglierli. Ma la comunitร  Europea, ultimamente, sta vivendo momenti di forte imbarazzo, perchรฉ il loro ambasciatore all’Avana, Borrell, in una intervista, non se l’รจ proprio sentita di considerare Cuba una dittatura. Rumori di straccio di vesti da Bruxelles, ma senso della vergogna, zero.

A proposito, la ormai storica generositร  degli abitanti di Lampedusa, che da anni accolgono i vivi e i morti che il mare sputa quasi ogni giorno, come la vogliamo considerare? Sfruttamento? Lavoro mal retribuito? Schiavitรน? Alla coscienza di ognuno la risposta. So solamente che quindici anni fa scrivevo una facile profezia sul mare di gente disperata che ci avrebbe sommerso, stretta tra una morsa di guerre “portatrici di democrazia” e sfruttamento atavico del loro territorio.

In questi ultimi giorni stiamo assistendo, su Cuba, alla tempesta perfetta: un grosso focolaio di covid 19 scoppiato a Matanzas (il governo ha inviato due brigate di 60 medici per alleggerire gli ospedali quasi al collasso); la quotidianitร  resa sempre piรน difficile, quasi impossibile per la difficoltร  a reperire beni di prima necessitร , ma anche per via dei trasporti, diradati perchรจ la benzina scarseggia da tempo; l’aggressivitร  della disinformazione che parte da Miami e si ingigantisce sui social network, proteste fatte passare per “assalto al regime castrista”,  false notizie sull’ipotetico appoggio degli artisti piรน prestigiosi.La musica unisce, la musica divide, pare.Buena Fe, insieme a un folto gruppo di artisti, ha confermato la sua posizione e appartenenza di sinistra davanti alle telecamere della televisione cubana. Il cantante, che gode della simpatia di milioni di followers dentro e fuori l’Isola, ha rimarcato: “Questo Paese va difeso per convinzione. Guai a chi sbaglia e crede che tutti noi che difendiamo la Rivoluzione siamo degli stronzi. Attenzione a questo! (…) Qui ci sono tante persone che si sono suicidate per questo Paese, la nostra stessa famiglia. Quello stesso sangue รจ lรฌ. Non tradite quel sangue”.Di contro, due rapper, residenti nell’Isola, Maykel Osorbo e El Funky insieme ad altri musicisti che vivono a Miami, hanno prodotto la canzone “Patria y vida” (parafrasando “Patria o muerte” di Fidel) ottenendo milioni di visualizzazioni. Alcuni di loro appartengono al Movimiento San Isidro, la cui protesta aveva fatto immediatamente il giro dei media. Il Dipartimento di Stato degli USA aveva immediatamente supportato il Movimento sostenendo la necessitร  di rafforzare “la capacitร  dei gruppi indipendenti della societร  civile a Cuba di promuovere i diritti civili e politici nell’isola” e aveva condannato “la responsabilitร  dei funzionari cubani nelle violazioni dei diritti umani”. Una metodologia giร  trita e ritrita nel corso della vita politica cubana.Anayansi Castellรณn Jimรฉnez, a capo del Dipartimento di Filosofia dell’Universitร  Centrale “Marta Abreu” di Las Villas, contestualizza in una intervista a Cubadebate[3]: “Esiste una sorta di manuale delle operazioni psicologiche delle agenzie militari e di intelligence degli Stati Uniti, lo abbiamo visto piรน volte in Venezuela, Bolivia, Nicaragua, Ecuador, Argentina e Brasile, nell’ambito del laboratorio sperimentale permanente dell’imperialismo, che usa la stessa formula per generare i pretesti che permettono loro di attivare piรน sanzioni e persino di giustificare le loro avventure di guerra. Creano il problema e promettono una soluzione che porta ad una maggiore sofferenza i nostri popoli”.La disinformazione su Cuba รจ sempre esistita, l’arma potente usata dagli Stati Uniti, maestri nella fabbrica dell’informazione e che ora ha all’attivo i mezzi tecnologici sempre piรน sofisticati, dove รจ molto difficile verificare i limiti tra veritร  e finzione. Difficile, ma non impossibile, anche se in questo momento si bada piรน alla rapiditร , alla immediatezza piuttosto che alla verifica dei contenuti. I social media vogliono apparire neutri, grandi piattaforme “democratiche” a cui tutti possono accedere, ma in realtร  sono portatori essi stessi di una determinata ideologia,  quella della razza padrona. E’ ormai un dato di fatto cosa sta avvenendo attorno a Facebook, giร  responsabile dello scandalo delle fake news durante la campagna elettorale Trump-Clinton e dichiarata responsabile, secondo le Nazioni Unite, Reuters e New York Times, del genocidio dei Rohingya, in Myanmar. E’ una vera e propria nuova guerra, anzi, una no linear war, come l’aveva definita Vladislav Surkov, uno dei piรน stretti collaboratori di Putin, fatta manovrando i media tradizionali e i social network: un’azione mirata anche attraverso le fake news, tesa alla scomposizione dei conflitti. Si sfocano volutamente i punti di riferimento e una certa narrazione di fronte alle opinioni pubbliche, ai media e ai decisori politici. Tutto si gioca su un incessante lavoro di reputazione e immagine degli altri. Cuba (ma anche altri paesi non allineati) รจ inserita in questa no linear war da parecchio tempo, cambiano i mezzi, ma la tecnica รจ sempre la stessa. E’ insomma una guerra comoda: si risparmia sul costo degli armamenti e sulle vittime militari e non si rischia la condanna della opinione pubblica internazionale.Quello che sta succedendo a Cuba, inoltre, si deve vedere in un’ottica piรน globale: dalle elezioni in Ecuador turbate dalle fake news intorno al candidato correista, alle irregolaritร  per decretare la vittoria di Luis Arce in Bolivia; stessa situazione in Perรน con Pedro Castillo, la demonizzazione continuata di Nicolas Maduro, presidente venezuelano, i tentativi di impedire la candidatura di Lula in Brasile, sono il frutto marcio di una politica che gli Stati Uniti hanno sempre avuto per il loro “cortile di casa”.

Il 23 giugno scorso, l’Onu approva, quasi all’unanimitร , la risoluzione per la fine dell’embargo a Cuba, che ha provocato da varie decadi, sofferenze e danni incalcolabili. Unici due astenuti: Stati Uniti e Israele. Obama, nel 2016, aveva scelto l’astensione, ma con Trump prima e ora con Biden, si รจ ritornati al voto contrario.

Oggi stiamo assistendo a un Golia che, non contento della sua violenza usata contro chi non puรฒ e non vuole rispondere alle provocazioni, blocca le braccia a Davide per colpirlo meglio e di piรน.

E’ una situazione inaccettabile e pericolosa: oggi tocca a Cuba, domani potrebbe toccare, per interessi di ogni tipo, a qualunque Paese si discosti dal pensiero corale.

E’ una situazione inaccettabile per un Paese come Cuba, che รจ portatore di un sistema unico nel panorama politico mondiale, a cui ha aderito il suo popolo.

E’ una situazione cosรฌ inaccettabile che mi รจ impossibile voltare la faccia da un’altra parte, come uomo e come giornalista.

Vorrei infine, segnalarvi l’operato dell’Associazione Amicizia Italia Cuba, che da decenni aiuta questa piccola Isola. In questi giorni si sta prodigando alla raccolta fondi per comprare 10milioni di siringhe per la vaccinazione del popolo cubano. Servono 800mila euro da destinarsi al Ministero della Salute Pubblica di Cuba [4].

Dobbiamo aiutarli, per aiutarci a restare umani.

Gianni Minร 

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[1] https://www.agenziainterscambiocuba.org/contesto-politico-embargo-ieri-e-oggi/

[2]https://www.ilsole24ore.com/art/cuba-stop-disgelo-usa-trump-tornano-all-embargo-ABhqWitB?refresh_ce=1

[3] http://www.cubadebate.cu/especiales/2020/12/10/la-verdad-siempre-es-revolucionaria-arte-libertad-de-expresion-y-dialogo-dentro-del-socialismo/?fbclid=IwAR3D91qYMTqruMqnBC3yuW9ieXS9ZJoYnmeM-DSa1mNmktFWXtcIM6m2y1Y

[4] https://www.facebook.com/associazione.italiacuba/photos/a.404439848798/10159601446153799/

 

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sabato 29 maggio 2021








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29 e 30 maggio 2021 giornate di mobilitazione nazionale per l’eliminazione del blocco economico contro Cuba.

Il 23 giugno 2021 l’isola caraibica presenterร  per la 29° volta la risoluzione ““Necessitร  di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba” per un voto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Dalla sua prima presentazione negli anni 1990, la grande maggioranza dei paesi ha chiesto ogni anno la fine immediata dell’assedio.

Tuttavia, gli Stati Uniti la mantengono e la intensificano con misure coercitive unilaterali.

L’eliminazione del Bloqueo rappresenta l’obbiettivo primario per l’eliminazione delle coercitive misure statunitensi rappresenti un imperativo categorico, non solo per Cuba ma per l’umanitร  intera.

L’illegale, criminale e genocida Bloqueo รจ stato ulteriormente inasprito sotto la nefasta presidenza Trump, attraverso l’applicazione di 243 disposizioni per rafforzare la politica del blocco, anche durante la pandemia Covid-19, volte ad annientare la resistenza del popolo cubano

Stiamo parlando dell’assedio economico, commerciale e finanziario piรน lungo che la storia dell’umanitร  abbia mal conosciuto, un assedio che causa profonde perdite all’economia cubana, limitandone il diritto allo sviluppo. Secondo l’ultimo rapporto preparato dalla nazione caraibica, le perdite tra aprile 2019 e marzo 2020 hanno superato per la prima volta i cinque miliardi di dollari (cinquemila 570,3 milioni). Il comportamento statunitense รจ odioso, ma lo รจ ancor di piรน in un periodo storico caratterizzato dagli effetti della pandemia da Covid-19.

Inoltre, gli Stati Uniti hanno incluso Cuba nelle liste dei paesi che presumibilmente non cooperano contro il terrorismo e nella lista delle nazioni che sponsorizzano questo flagello, il che ha causato il rifiuto della comunitร  internazionale.

Cuba รจ stata vittima di 713 atti terroristici, la maggior parte dei quali organizzati, finanziati ed eseguiti dal governo degli Stati Uniti o da individui e organizzazioni che ricevono rifugio o agiscono impunemente in quel territorio. Questi atti sono costati la vita a 3.478 persone e hanno causato disabilitร  a 2.099 cittadini cubani. Il danno umano ed economico รจ stato stimato in 181 miliardi di dollari.

La Costituzione di Cuba approva il ripudio e la condanna del terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni.

Queste norme che proteggono il blocco contro l’isola costituiscono, di fatto, un atto di guerra economica, di natura marcatamente extraterritoriale e violano il diritto internazionale.

L’internazionalismo solidale da sempre dimostrato da Cuba e recentemente sperimentato anche in Italia con la presenza di due Brigate Mediche (Crema e Torino), ha ora bisogno del nostro appoggio: chiediamo al movimento di solidarietร  con Cuba, al mondo dell’associaziomsmo, del sindacato, delle istituzioni, della politica, di rafforzare la denuncia del blocco e di aderire a questo appello lanciato dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia- Cuba.

Di seguito l’lenco di tutte le piazze/luoghi dove saremo presenti tra sabato e domenica:

Roma, Milano, Torino, Genova, Como, Savona, Crema, Verona, Livorno, Lodi, Cremona, Pordenone, Venezia, Napoli, Cagliari, Faenza, Ravenna, Lugo, Padova, Desenzano, Ancona, Senigallia, Palermo, Trento, Catania, Adrano, Trieste, Sanremo, Imperia, Ceriale e Cosenza.

Il Circolo di Senigallia esporrร  lo striscione contro il Blocco domani mattina a partire dalle ore 8:30 a Senigallia davanti alla Rotonda in Piazzale della Libertร . Leggi tutto...

mercoledรฌ 21 aprile 2021

60 anni della nascita della nostra Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba e della vittoria di Playa Giron

Care compagne e cari compagni,

l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba il prossimo 23 Aprile compirร  il 60° anno dalla fondazione, data che coincide con la vittoria del popolo cubano contro i mercenari che sono stati protagonisti dell’invasione statunitense di Playa Giron. 

Nei giorni 17 e 19 aprile del 1961 molti cittadini italiani sono scesi spontaneamente in piazza nelle principali cittร  dal paese per manifestare la loro solidarietร  con la Rivoluzione Cubana.

Questi sono stati i primi nuclei che posteriormente avrebbero formato l’organizzazione che oggi conta 60 circoli e circa 3500 membri in tutta Italia.

Con sei decadi di esistenza, l’ANAIC รจ una delle piรน antiche e dinamiche organizzazioni di solidarietร  con Cuba in Europa, con un lavoro ininterrotto in difesa dell’Isola e delle sue principali cause.

Durante questi anni di lavoro, i suoi membri sono riusciti a sommare alla difesa di Cuba differenti settori della societร  italiana, compresi leader sindacali, politici, oltre ad artisti riconosciuti ed intellettuali.

Sottolineiamo la lotta contro il bloqueo statunitense, il ritorno di Elian Gonzalez e la libertร  dei Cinque Eroi cubani che sono stati incarcerati ingiustamente negli Stati Uniti per piรน di 15 anni. Inoltre, l’associazione si รจ battuta in difesa della Rivoluzione Bolivariana del Venezuela e di altri processi rivoluzionari latinoamericani.

L’ambasciatore cubano in Italia, Josรจ Carlos Rodriguez, ha qualificato l’ANAIC “come un baluardo instancabile della solidarietร  del popolo italiano verso il popolo di Cuba e verso altre cause nobili e popolari che in America Latina e nei Caraibi, od in altre latitudini, hanno combattuto e combattono la disuguaglianza e le ingiustizie, che oggi continuano a lacerare il nostro mondo”.

Il diplomatico ha esortato la nostra organizzazione a continuare a lavorare insieme alla Rivoluzione Cubana ed al suo popolo contro il bloqueo, nell’impegno di edificare una societร  socialista, prospera e sostenibile.

Come ben sapete, per le restrizioni dovute al Covid-19, ci vediamo costretti a festeggiare online l'evento che tanto aspettavamo.

Ci saranno tanti ospiti importanti da Cuba e dall’Italia come potete vedere nell’allegata locandina invito.

Un appuntamento importante e invitiamo tutti a seguirci attraverso tutti i nostri canali e a darne massima diffusione, vi invitiamo a seguirci attraverso i nostri canali.

https://www.youtube.com/channel/UCMx9GV7c0FJ2-m_4Xr3HY7A  

https://www.facebook.com/associazione.italiacuba.

Seguimos en combate!

Italia-Cuba circolo “Sado Sadovski” Senigallia


 

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